Giornata contro la violenza sulle donne e incontro “Qualcosa di arancio”

La violenza è un qualsiasi tipo di abuso fatto da un soggetto verso un altro, può essere fisico, sessuale, psicologico, economico, religioso, insomma la violenza è ovunque e anche senza accorgercene a volte la commettiamo.

Tutti possono esserne vittime, ma purtroppo nei casi più frequenti lo sono le donne, statisticamente solo in Italia il 31,5% delle donne ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza, questi dati però non sono certi perché milioni di loro non hanno il coraggio di denunciare, temendo il peggio e vivendo nel proprio dolore e silenzio.

Se allarghiamo lo sguardo una donna su tre nel mondo è vittima di una violenza.

Tutte almeno una volta nella vita hanno subito una violenza che sia verbale, fisica o psicologica.

Si tratta di una forma di violenza sempre esistita, formatasi da un’ideologia patriarcale che spinge a riferirsi alla donna come il “sesso debole”, subordinata all’uomo.

La maggior parte degli abusi e delle violenze avviene tra le mura domestiche, da parte del marito o del fidanzato; proprio per questo vengono chiamati delitti passionali, poichè il movente sarebbe “l’amore”.

Un amore che si trasforma in possesso e gelosia, che spinge l’uomo ad uccidere la donna proprio perché la ama.

Un uomo debole e talvolta insicuro, con poca fiducia in se stesso, che non accetta l’autonomia femminile e usa la violenza come se fosse l’unico modo per sventare la minaccia della perdita e per continuare a mantenere un controllo sulla donna, riducendola ad un oggetto di sua proprietà.

Femminicidio, è questo il termine più sentito negli ultimi anni che venne utilizzato per la prima volta da Marcela Lagarde, un’antropologa messicana, con lo scopo di indicare qualsiasi tipo di violenza  rivolta contro la donna in quanto tale, che può sfociare nella morte della vittima.

Ogni anno per ricordare e per commemorare tutte quelle donne morte lottando, cercando di affermarsi come uguali in dignità, valore e diritti all’uomo e uccise per mano di abusi e violenza, è stata istituita la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio, che si celebra il 25 novembre.

Venne scelta questa data poichè ricorre l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne rivoluzionarie, brutalmente uccise nel 1960 dal regime del dittatore Trujillo, a cui loro avevano tentato di opporsi.

La dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana, durò circa trent’anni e fu una delle più sanguinose.

Il dittatore Trujillo, era solito a mandare alcuni suoi uomini alla ricerca di giovani donne, per poterle rapire e stuprare.

Per raggiungere questo intento, costringeva le famiglie delle donne a partecipare a balli e feste, per potersi così avvicinare a loro.

Nel mirino del dittatore finì anche una delle sorelle Mirabal, Minerva, che però reagì al tentativo di abuso schiaffeggiandolo in pubblico.

Il dittatore cominciò dunque a perseguitare la sua famiglia, il padre venne imprigionato e Minerva insieme a sua madre tenute in ostaggio in un albergo, fino a quando Minerva si fosse decisa ad avere un rapporto con lui.

Le due donne riuscirono però a fuggire.

Le tre sorelle e i rispettivi mariti si riunirono quindi in un gruppo politico clandestino ma appena il dittatore seppe del presunto obiettivo di assassinarlo, arrestò le sorelle e i loro mariti, le donne vennero in seguito liberate.

Il dittatore le considerava però colpevoli della progressiva perdita del suo potere, e per questo decise di porre fine alla loro vita.

Così le tre sorelle, durante un viaggio per incontrare i rispettivi mariti, vennero massacrate, violentate, prese a bastonate e strangolate e poi gettate da una scogliera, nel tentativo di inscenare un incidente, al quale però nessuno credette. Iniziarono così numerose rivolte nel paese, che portarono all’assassinio di Trujillo e alla fine della dittatura.

Le tre sorelle, conosciute come “Las Mariposas”(le farfalle) divennero il simbolo della resistenza popolare e femminista.

 

Quest’anno per far vivere ancora di più l'importanza di questa data, è stato organizzato al museo etnografico di Alessandria l’incontro “Qualcosa di Arancio…” a cui le alunne: Catuta Raluca, Boutaleb Hajar, Lamnaouar, Kreka Angelika di 5Aafm e Guidetti Maria Elena di 4Aafm hanno preso parte.

L'iniziativa consisteva in un reading letterario ed è stata sostenuta da una vendita di clementine con un’offerta minima di 10€ con lo scopo di finanziare il centro antiviolenza Medea.

Ma perché proprio le clementine?

Ci è stato proprio spiegato il perché questo colore in rappresentanza di questa giornata, nasce nel 2013 quando una giovane ragazza viene massacrata in un agrumeto nella Piana di Sibari, da allora la Confagricoltura ha iniziato ad inviare clementine per la vendita e la raccolta fondi in tutta Italia.

Un fatto terribile, per molti passato in secondo piano e di poca rilevanza ma investe molto significativo per l’associazione.

Abbiamo sentito sentito diverse voci che leggevano diversi scritti, come “A tutte le donne” di Alda Merini una delle donne più importanti della letteratura moderna, o ancora una preghiera contro la violenza sulle donne della madre superiora del monastero di clausura dell’isola Orta San Giulia e finendo con un testo di Madre Teresa di Calcutta.

È stata infine fatta una riflessione meravigliosa su quello che sta accadendo in Iran partendo dall’uccisione di Masha Amini, tutto accompagnato da una canzone simbolo anche candidata ai Grammy Awards che parla delle donne iraniane e di quello che subiscono ogni giorno, un canto di libertà di un giovane iraniano Shervin Hajipour.

 

La donna da secoli è oggetto e soggetto nelle sue molteplici sfaccettature: donna come madre, come santa, come diavolo, come amante ma soprattutto come musa ispiratrice, quella donna fatale che ispirò la maggior parte degli artisti e degli scrittori in tutto il mondo: come sarebbe stata l’Iliade senza Elena o la Divina Commedia senza Beatrice?

Come sarebbe stato il quadro “Nascita di Venere” di Sandro Botticelli senza Simonetta, incarnazione perfetta della donna ideale.

Da secoli la donna rimane il più affascinante enigma che la storia e il mondo dell’arte abbia mai affrontato.

Non dimentichiamoci di alcune delle donne che hanno fatto la storia:

In Inghilterra per esempio, Elisabetta I è stata regina d’Inghilterra e d'Irlanda ed è considerata da molti la più grande regina che l’Inghilterra abbia mai avuto, grazie a lei l'Inghilterra è diventata una potenza mondiale.

In America, Rosa Parks che è stata un’attivista statunitense figura-simbolo per i diritti civili, famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio degli autobus a Montgomery e ponendo l’accento sulla lotta per la discriminazione razziale.

In Francia ricordiamo Coco Chanel che ha fatto la storia della moda, rivoluzionando il concetto di stile ed eleganza e creando tutto dal nulla, oppure Giovanna d’Arco che riunì al proprio paese parte del territorio caduto in mano agli inglesi, contribuendo a risollevare le sorti della Francia durante la guerra dei cent’anni, guidando vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi.

 

Articolo di

Francesca Ricagno, Maria Elena Guidetti 4Aafm

Catuta Raluca 5Aafm