Incontro con Vincenzo Nibali

Vincenzo Nibali, classe 1984, è uno dei sette corridori a livello mondiale ad avere vinto il Giro d’Italia nel 2013 e 2016, il Tour de France nel 2014 e il Vuelta nel 2010. Nel suo palmares anche due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo, nel 2018, ultimo azzurro ad essere passato a braccia alzate sotto lo striscione in via Roma, tre titoli italiani e due Tirreno-Adriatico.
Ha chiuso la sua carriera su strada nel 2022 e ora corre in Mountain bike, 13° alla Cape Epic.  
Il campione è stato ospite ad Alessandria a palazzo Monferrato, dove ha incontrato gli studenti della scuola “Carducci” e degli istituti “Volta” e “Vinci”e ha risposto ad alcune domande circa la sua vita da ciclista ma soprattutto com’è nata la sua passione per la bici. 
Una delle primissime domande dei ragazzi è stata quando Nibali decise di mettersi in sella ed egli nel suo discorso afferma l’importanza della passione per lo sport, ricordando il suo periodo legato al calcio e successivamente all’atletica ma, nonostante ciò, per la bicicletta ha avuto fin da subito una forte attrazione che l’ha portato per la prima volta a utilizzare la Mountain bike. Il campione la utilizzava negli allenamenti in inverno ma senza esagerare perché i direttori sportivi la consideravano troppo pericolosa; adesso che ha terminato  la sua carriera può affermare con certezza che il fascino delle due ruote è sempre lo stesso, cambiano competizioni e tracciati, ma il piacere di stare in sella è identico.

Facendo un passo indietro nella storia, Nibali ci racconta dei suoi primi risultati ottenuti da giovane con una Masciaghi, una bicicletta di Fausto Coppi. Nonostante ciò però egli era soltanto un ragazzino che di storia del ciclismo ne sapeva ben poco: a quell’epoca i suoi idoli erano Pantani e Cipollini, con un fascino particolare per Moser il quale, però, aveva già concluso la sua carriera da qualche anno; con il trascorrere del tempo ha scoperto la figura di Coppi e questo ha corroborato ancora di più il suo legame con il Piemonte, già iniziato con le vittorie a Sant’Anna di Vinadio e a Pinerolo.
Date le numerose vittorie portate a casa lungo la sua vita da ciclista, al campione è stato chiesto quale di queste metterebbe al primo posto e quale ha suscitato in lui più emozione.

Sul piano professionale Nibali spiega che non si può fare una classifica ma quando si è  trovato a correre il suo primo Giro si è reso conto che quello era veramente il suo sogno fin da bambino e che ora diventava realtà; sempre quel bambino, qualche anno più tardi, ha capito che poteva mettersi in gioco per diventare professionista. Egli ha lasciato Messina e la sua famiglia per trasferirsi in Toscana da solo per realizzare il suo progetto personale senza l’aiuto di Internet e dei social; la sua perseveranza e la sua passione lo hanno portato a raggiungere il 7° posto al Tour e da quel momento ha capito che sarebbe diventato un protagonista.

Il ciclismo ha permesso a Vincenzo Nibali di viaggiare molto, spostandosi in Paesi quali l’Olanda, il Belgio e la Spagna ed è grazie a ciò che ha potuto confermare che in Italia non c’è rispetto per i ciclisti e che la strada deve essere di tutti proprio come in altri paesi del mondo; è necessario rendere le strade sicure facendo uno scatto a livello culturale. 


Concluse le domande e i relativi racconti da parte del nostro campione, Nibali ci ha dato un ultimo suo pensiero circa il ciclismo affermando che si tratta di costanza, determinazione, perseveranza e sacrificio; può diventare divertimento ma ciò non accade se mancano gli altri ingredienti.